012 - La lapide a ricordo dei caduti di Valdurna – Sarentino (BZ)
Valdurna sorge a 1.558 m s.l.m. sulle rive dell’omonimo lago alla testata dell’omonima valle. Vi risiedono 260 persone, se si contano anche gli abitanti dei masi circostanti, e la sua scuola di montagna è, assieme a quella di Sonvigo, tra le più piccole dell’Alto Adige.
Nonostante le piccole dimensioni, Valdurna custodisce due tesori di enorme valore, che lasciano un ricordo indelebile a ogni amante della natura e appassionato d’arte in visita al paese: l’incantevole lago, con le sue acque placide e cristalline, e i pregiati affreschi, scoperti relativamente tardi nella chiesa parrocchiale di San Nicolò. Del Lago di Valdurna Hans Schmölzer scrisse – riprendendo le parole di K. F. Wolff – che un luogo di siffatta bellezza non poteva non figurare tra i principali motivi di vanto della regione.
Una leggenda narra le magiche origini del lago e interessanti racconti descrivono le prove di coraggio cui i giovani contadini si sottoponevano quando lo specchio d’acqua gelava. Quanto agli affreschi riportati alla luce nella chiesa di Valdurna, storici e critici d’arte non hanno dubbi: sono tra i più belli e significativi di tutto l’Alto Adige. Il paese e i suoi piccoli masi, disseminati sui ripidi pendii delle montagne, sono ancora oggi la dimora di persone il cui stile di vita autentico, il duro dialetto, il legame con la tradizione e l’amore per la patria sono chiaramente percettibili.
Le opzioni in Alto Adige furono il sistema scelto nel 1939, previo accordo tra Regno d’Italia e Germania nazista, per risolvere il contenzioso sull’Alto Adige e sulle altre isole linguistiche tedesche e ladine presenti in Italia. Alla popolazione di lingua tedesca, ladina, mochena e cimbra fu chiesto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani, integrandosi nella cultura italiana e rinunciando ad essere riconosciuti come minoranza linguistica.
Le opzioni finirono di fatto nel settembre del 1943, con l’occupazione tedesca della provincia di Bolzano. Esse vengono chiamate anche la “Grande Opzione” per distinguerla dalle altre opzioni, minori, che avvennero nell’Alto Adige immediatamente dopo la sua annessione all’Italia avvenuta nel 1919.
I giovani militari provenienti da Valdurna ed inquadrati nelle truppe del Terzo Reich, furono per lo più destinate a reparti alpini durante la seconda guerra mondiale, essendo questi già abili sciatori. Questa abilità costò la vita a molti dei giovani di Valdurna, visto che il fronte Russo fu la destinazione più frequente alla quale furono inviati.
Nel piccolo cimitero del paese una lapide ricorda i caduti delle due guerre.
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